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Prince Aris - Come rocce
Generalmente nell’Hip Hop quando un artista scrive un pezzo dedicato alla madre, è perché ha già detto tutto. E’ perché dopo aver spogliato, picconato, focalizzato ogni aspetto del panorama circostante e dopo aver affrontato tutte le tematiche che più gli stanno a cuore, desidera mostrare il suo lato tenero e farne omaggio alla mamma.
Non è questa la storia di Prince Aris e della sua Come Rocce.
Nel suo caso, non è autocelebrazione. Qui lo scenario è differente
Dedicare un pezzo alla madre è veramente "Ti dedico un pensiero perché ti voglio bene".
Senza tanti fronzoli.
In maniera asciutta, perché quando si parla di sentimenti, solo questa è l’espressione che Prince Aris ci consegna.
Come Rocce rappresenta una sorta di ritorno alle origini, un percorso a ritroso necessario per collocare, o meglio, ri-collocare la sua presenza nello spazio, nel tempo e nella sfera affettiva.
Il suono cattura parecchio perché il beat è fresco, trascina, si fa ricordare.
Non strofe taglienti né rime accattivanti, piuttosto battute intense, passaggi che si rincorrono in un flow pulito, in una prospettiva di continuità.
Solo la pura verità che si palesa attraverso una metrica rispettata raccontando un pezzo di vita vera.
La sua real life, la sua consapevolezza: un frammento di anima rappato con la volontà di ignorare potenziali critiche, espresso con la sola intenzione di rivalutare (anzitutto in prima persona) un sentimento profondo, un’emozione finalmente giunta alla luce e orgogliosamente indossata.
Per chi conosce la storia di Prince Aris sa che è così, sa che attraverso il dolore "affogato nei ricordi" si percorrono strade che portano all’accettazione e alla comprensione profonda di un sentimento autentico.
E’ un cammino, è la descrizione di anni difficili, iniziato con "un fiore nato nel deserto", passato per "sono solo fatti miei", ed espletato, come in un flusso di coscienza, in questo pezzo emozionante:
Come Rocce, terzo estratto dall’album Fallo e basta, in uscita prossimamente.
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